BAMBINE NEGATE
Edizioni Helicon - Collana di saggistica “Le muse”
nota a cura di Mauro Montacchiesi
Ovidio
(Amores, 3, 11B, 7)
Nec sine te, nec tecum vivere possum.
Non posso vivere né con te né senza di te.
(Il verso è assai celebre ed è al presente menzionato per accennare alle passioni avverse degli amanti, come dire: odio e amo)
Straordinaria questa gnome ovidiana, con la quale “Nasone” sottolinea l’umana, inscindibile, reciproca necessità, donna e uomo, dell’una per l’altro e viceversa.
L’androgino ancestrale (gr. andrógynos, comp. di an?r andrós "uomo" e gyn? "donna") è una concezione di riunificazione dei contrari, componenti complementari e addirittura polari nell’essere umano. Esso attua realmente l'aggregazione generale delle prospettive complementari dell’essere umano e costituisce la sua condizione connaturata. Questo chiosa per quale motivo “l’uomo universale” in principio è definito per mezzo della fusione di Adamo-Eva, che intende parafrasare che l’essere umano è stato generato all'origine virile (uomo) e muliebre (donna), o, altrimenti detto, nel concetto contemporaneo del vocabolo, in una condizione androginale che sussiste come germe nel suo cosmo più intimo. Realmente per questa causa, si può enunciare che lo stato androginale è lo stato umano compiuto, nel quale gli aspetti complementari, distanti dal contrapporsi, si compensano scambievolmente in modalità astratta. Si può constatare che la suprema identità è quindi, da tempo, idealmente intera, in un evidente verso, nella condizione edenica. L’androgino, attuando l'abbinamento armonico dei lineamenti complementari, è configurato dalla fattezza globulare che è la meno distinta tra tutte le configurazioni geometriche, in quanto si propaga contemporaneamente in tutte le direzioni. Oltre a ciò, questa è la causa per la quale i Pitagorici la reputavano la forma geometrica completa, costituisce la totalità universale. La meditazione di tutte le correnti contemplative autentiche, lo spiega palesemente: Il manicheismo dell'universo in cui ci si trova, è utopistico e sofisticato, ingannevole, defettibile. Franare nel suo dominio, è lo stato di colpa, e l'emancipazione esiste esclusivamente nel flusso completo con la trascendente oggettività, che è la nuova epifania della coesione sostanziale. L’androgino è frequentemente delineato alla maniera di una creatura ambigua che ha contemporaneamente i caratteri dei due sessi al momento connessi, ciononostante sul punto di dividersi. L’androginia è un carattere dell’attuazione della completezza, ciò ha luogo sia all'epilogo che all’incipit dell'universo. In ossequio all’archetipo o al riscatto, per mezzo del raggiungimento adempiuto della status di androgino, l’essere umano riconquista davvero il cielo, la pienezza divina, nella quale la differenziazione dei sessi si cassa. Il fatto che l’essere umano, sia uomo sia donna contemporaneamente, sia nella sostanza concreta sia nei principi dinamici, psicologici e cerebrali, costituisce una norma essenziale della Creazione, viene dichiarato dalle consuetudini millenarie della religiosità. Per sillogismo: un maschio che abusa di una femmina o, sicuramente in maniera molto più limitata, di una femmina che abusa di un maschio, è un rifiuto di sé stessi. Sempre per sillogismo, la femmina è più proclive ad accettare sé stessa di quanto non lo sia il maschio? Oppure è tutto esclusivamente subordinato a una maggiore forza fisica del maschio? ¿Quién sabe?
Il libro ‘Bambine negate’, che espone descrittivamente l'argomento penoso della violenza di genere, del bullismo e dell’omofobia, ha origine dall'indagine sistematica di tre donne, denunciando, segnatamente, come l’esecrando fenomeno si manifesta, fra acuto tormento e abietta prepotenza, sui soggetti più deboli, vale a dire sulle donne, persino bambine. Il testo è il dialettico conseguente del sincretismo culturale tra il sociale (Marina Pratici, docente, saggista e conferenziere), la psicologia (Anna Massi, psicologa e psicoterapeuta) e la giurisprudenza (Jacqueline Monica Magi, magistrato). Le tre professioniste postulano la disamina di una questione che attualmente esibisce prospettive esiguamente analizzate e scarsamente divulgate, il che delinea come persino più complessa una contrapposizione incisiva agli episodi di abuso dei minori e delle donne. Le autrici, in questo libro, hanno empaticamente sfidato un cammino consistente e complicato, costellato di riferimenti alle spose bambine, al turismo sessuale, alla pedopornografia. Le scrittrici enfatizzano lo sconcio, il patimento tangibile, sessuale o psichico per le donne, incluse le intimidazioni, le imposizioni, la privazione abusiva dell' indipendenza, lo stalking, lo stupro, il femminicidio, la discriminazione sessuale, la forzatura a sostituire il proprio pensiero, la propria condotta di vita. E ancora, la violenza domestica, le mutilazioni genitali femminili. Il loro messaggio sollecita, anche leggendo tra le righe, l' assistenza alle vittime di vessazioni, il reperimento di capitali
Mauro Montacchiesi
Edizioni Helicon - Collana di saggistica “Le muse”
nota a cura di Mauro Montacchiesi
Ovidio
(Amores, 3, 11B, 7)
Nec sine te, nec tecum vivere possum.
Non posso vivere né con te né senza di te.
(Il verso è assai celebre ed è al presente menzionato per accennare alle passioni avverse degli amanti, come dire: odio e amo)
Straordinaria questa gnome ovidiana, con la quale “Nasone” sottolinea l’umana, inscindibile, reciproca necessità, donna e uomo, dell’una per l’altro e viceversa.
L’androgino ancestrale (gr. andrógynos, comp. di an?r andrós "uomo" e gyn? "donna") è una concezione di riunificazione dei contrari, componenti complementari e addirittura polari nell’essere umano. Esso attua realmente l'aggregazione generale delle prospettive complementari dell’essere umano e costituisce la sua condizione connaturata. Questo chiosa per quale motivo “l’uomo universale” in principio è definito per mezzo della fusione di Adamo-Eva, che intende parafrasare che l’essere umano è stato generato all'origine virile (uomo) e muliebre (donna), o, altrimenti detto, nel concetto contemporaneo del vocabolo, in una condizione androginale che sussiste come germe nel suo cosmo più intimo. Realmente per questa causa, si può enunciare che lo stato androginale è lo stato umano compiuto, nel quale gli aspetti complementari, distanti dal contrapporsi, si compensano scambievolmente in modalità astratta. Si può constatare che la suprema identità è quindi, da tempo, idealmente intera, in un evidente verso, nella condizione edenica. L’androgino, attuando l'abbinamento armonico dei lineamenti complementari, è configurato dalla fattezza globulare che è la meno distinta tra tutte le configurazioni geometriche, in quanto si propaga contemporaneamente in tutte le direzioni. Oltre a ciò, questa è la causa per la quale i Pitagorici la reputavano la forma geometrica completa, costituisce la totalità universale. La meditazione di tutte le correnti contemplative autentiche, lo spiega palesemente: Il manicheismo dell'universo in cui ci si trova, è utopistico e sofisticato, ingannevole, defettibile. Franare nel suo dominio, è lo stato di colpa, e l'emancipazione esiste esclusivamente nel flusso completo con la trascendente oggettività, che è la nuova epifania della coesione sostanziale. L’androgino è frequentemente delineato alla maniera di una creatura ambigua che ha contemporaneamente i caratteri dei due sessi al momento connessi, ciononostante sul punto di dividersi. L’androginia è un carattere dell’attuazione della completezza, ciò ha luogo sia all'epilogo che all’incipit dell'universo. In ossequio all’archetipo o al riscatto, per mezzo del raggiungimento adempiuto della status di androgino, l’essere umano riconquista davvero il cielo, la pienezza divina, nella quale la differenziazione dei sessi si cassa. Il fatto che l’essere umano, sia uomo sia donna contemporaneamente, sia nella sostanza concreta sia nei principi dinamici, psicologici e cerebrali, costituisce una norma essenziale della Creazione, viene dichiarato dalle consuetudini millenarie della religiosità. Per sillogismo: un maschio che abusa di una femmina o, sicuramente in maniera molto più limitata, di una femmina che abusa di un maschio, è un rifiuto di sé stessi. Sempre per sillogismo, la femmina è più proclive ad accettare sé stessa di quanto non lo sia il maschio? Oppure è tutto esclusivamente subordinato a una maggiore forza fisica del maschio? ¿Quién sabe?
Il libro ‘Bambine negate’, che espone descrittivamente l'argomento penoso della violenza di genere, del bullismo e dell’omofobia, ha origine dall'indagine sistematica di tre donne, denunciando, segnatamente, come l’esecrando fenomeno si manifesta, fra acuto tormento e abietta prepotenza, sui soggetti più deboli, vale a dire sulle donne, persino bambine. Il testo è il dialettico conseguente del sincretismo culturale tra il sociale (Marina Pratici, docente, saggista e conferenziere), la psicologia (Anna Massi, psicologa e psicoterapeuta) e la giurisprudenza (Jacqueline Monica Magi, magistrato). Le tre professioniste postulano la disamina di una questione che attualmente esibisce prospettive esiguamente analizzate e scarsamente divulgate, il che delinea come persino più complessa una contrapposizione incisiva agli episodi di abuso dei minori e delle donne. Le autrici, in questo libro, hanno empaticamente sfidato un cammino consistente e complicato, costellato di riferimenti alle spose bambine, al turismo sessuale, alla pedopornografia. Le scrittrici enfatizzano lo sconcio, il patimento tangibile, sessuale o psichico per le donne, incluse le intimidazioni, le imposizioni, la privazione abusiva dell' indipendenza, lo stalking, lo stupro, il femminicidio, la discriminazione sessuale, la forzatura a sostituire il proprio pensiero, la propria condotta di vita. E ancora, la violenza domestica, le mutilazioni genitali femminili. Il loro messaggio sollecita, anche leggendo tra le righe, l' assistenza alle vittime di vessazioni, il reperimento di capitali
Mauro Montacchiesi