22 novembre 2022 - piazza della Vittoria, presso il cippo eretto in suo onore è stata deposta una corona e celebrata la figura del partigiano Luciano Gianello detto “Mirko”
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I martiri non muoiono.
Il loro esempio e il loro sacrificio per la libertà rimangono per sempre nei cuori e nella memoria di chi resta. E nella memoria collettiva del nostro Paese c’è l’antifascismo, il cui spirito vive anche nel ricordo di un ventenne che perse la vita nel 1945. Stamani in piazza della Vittoria, presso il cippo eretto in suo onore, infatti, è stata deposta una corona e celebrata la figura del partigiano Luciano Gianello detto “Mirko”, il quale perse la vita esattamente 77 anni fa, una volta terminata la Seconda Guerra Mondiale, mentre era intento nelle operazioni per sminare il territorio del nostro Comune dagli ordigni bellici. La cerimonia ha visto gli interventi del sindaco Roberto Valettini, il quale ha sollevato l’esigenza di “motivare nuovamente i giovani contemporanei, molto lontani da quei valori”, della delegata comunale alla memoria e al ricordo, Marina Pratici, che ha ricordato “i tanti giovani che hanno dato la vita per la nostra Costituzione”, e del delegato comunale al commercio, Andrea Caponi, secondo il quale “è sempre un piacere ricordare un ventenne che ha dato la vita per la libertà”. A prendere la parola sono stati, poi, il presidente della sezione intercomunale di Aulla, Comano e Licciana Nardi dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Giuseppe Carnesecca, il quale ha ricordato l’epica battaglia partigiana del Lago Santo nel 1944, per la quale Luciano Gianello fu insignito della medaglia d’argento al valore civile, e il presidente dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra sezione Aulla/Lunigiana, Giuseppe Ennio Chiappini, che ha sollevato l’esigenza di rifiutare totalmente la guerra. |
Presenti in piazza della Vittoria anche la delegata alle pari opportunità e alla cultura del Comune di Casola, Rita Innocenti, e Pinuccia Landini della sezione intercomunale di Aulla, Comano e Licciana Nardi dell’ANPI.
Il partigiano "Mirko" visse a Pontremoli, dove il padre Guglielmo faceva il capostazione.
Si arruolò diciottenne nelle brigate partigiane, all'indomani dell'8 settembre 1943, per combattere contro l'invasore nazista e l'esercito dei fascisti repubblichini di Salò.
Viene ricordato come un protagonista della Resistenza apuana/lunigianese, retrovia di quella Linea Gotica che è considerata, da molti storici, il teatro più cruento e tragico della guerriglia resistenziale dell'Italia occupata, che valse, infatti, il conferimento della medaglia d'oro al valore militare alla Provincia di Massa Carrara.
Dopo avere partecipato alla battaglia del Lago Santo nel 1944, nella quale pochi partigiani resistettero eroicamente alle soverchianti forze composte da soldati tedeschi nazisti e da fascisti repubblichini, Luciano Gianello morì a guerra finita il 22 novembre 1945, a soli vent'anni, mentre era intento a proseguire il suo impegno di libertà, adoperandosi nel pericoloso e volontario lavoro di risanamento del territorio dagli ordigni bellici inesplosi.
Il partigiano "Mirko" visse a Pontremoli, dove il padre Guglielmo faceva il capostazione.
Si arruolò diciottenne nelle brigate partigiane, all'indomani dell'8 settembre 1943, per combattere contro l'invasore nazista e l'esercito dei fascisti repubblichini di Salò.
Viene ricordato come un protagonista della Resistenza apuana/lunigianese, retrovia di quella Linea Gotica che è considerata, da molti storici, il teatro più cruento e tragico della guerriglia resistenziale dell'Italia occupata, che valse, infatti, il conferimento della medaglia d'oro al valore militare alla Provincia di Massa Carrara.
Dopo avere partecipato alla battaglia del Lago Santo nel 1944, nella quale pochi partigiani resistettero eroicamente alle soverchianti forze composte da soldati tedeschi nazisti e da fascisti repubblichini, Luciano Gianello morì a guerra finita il 22 novembre 1945, a soli vent'anni, mentre era intento a proseguire il suo impegno di libertà, adoperandosi nel pericoloso e volontario lavoro di risanamento del territorio dagli ordigni bellici inesplosi.